S. Felice
S. Felice e il Santuario della Madonna di Guadalupa a Corridonia
Nel luglio del 1855 il colera arrivò anche a Pausula e nel giro di pochi giorni uccise 500 cittadini. Il caos regnava sovrano soprattutto per la paura del contagio, che si poteva diffondere con il semplice contatto. Il morbo si era propagato dalla vicina Macerata fin dalla metà del mese di giugno ed era scoppiato in particolar modo dopo la festa dei SS. Patroni. Il picco massimo si era avuto il 3 luglio. In un solo giorno vi erano stati, infatti, 50 casi e ben 30 morti. ..(clicca per scaricare il documento completo) |
Biografia
Felice ( Mauretania, III secolo – Laus Pompeia , 12 luglio 303 ) fu un soldato di origine nordafricana, che giunse a Milano come mercenario e ivi conobbe la fede cristiana. Morì martire nell’odierna Lodi ed è venerato nella Chiesa Cattolica come Santo. Storia Felice è ricordato insieme a Nàbore anch’egli probabilmente arrivato dalla Mauretania, in forza nell’esercito romano sotto l’imperatore Massimiano, in servizio nella zona di Milano. Questi, insieme ai compagni d’arme mauritani Vittore e Nàbore, si convertirono alla fede cristiana. Con la persecuzione dei cristiani, nel 303 venne ordinata un’epurazione dell’esercito e i tre soldati, secondo un racconto di Ambrogio da Milano, disertarono. Vennero in seguito processati e condannati a morte per decapitazione. La sentenza fu eseguita il 12 luglio, sulle sponde del Sillaro a Laus Pompeia, odierna Lodi, dove già esisteva una numerosa comunità cristiana, proprio allo scopo di terrorizzare la popolazione. Culto Il corpo fu portato nella basilica milanese “naboriana“. Il culto lentamente decadde, e con esso la chiesa, fino a che nel XIII secolo i frati francescani non ravvivarono tutt’e due. |